Era il 23 febbraio 2020 quando cominciò la messa in atto delle “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”. L’8 marzo il Presidente Conte diceva: “È importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane”. Poi venne pubblicata una serie di Decreti che prolungavano tali misure sino ad arrivare a maggio, quando dal giorno 4 cominciava la cosiddetta Fase-2.
La regola principale era quella di rimanere in casa. Una condizione che da molti è stata vissuta come una sorta di cattività, in contrasto con i diritti di autonomia, indipendenza e libertà. Per alcuni invece è stato un periodo di opportunità, come, per esempio, poter rimanere con la propria famiglia o non vedersi obbligato a fare 2 ore di strada chiuso in macchina per andare e tornare dal lavoro. Quindi c’è chi ha potuto dedicare il proprio tempo a fare cose che magari non avrebbe fatto.
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