“Tenete a mente che un quadro – prima di essere un cavallo da battaglia, una donna nuda, o un aneddoto qualsiasi – è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori riuniti in un certo ordine”.
Maurice Denis, Arte et Critique, 1890.
Quando parliamo di arte, ci riferiamo a un oggetto, un manufatto al quale associamo un significato e un valore. Pensiamo a un’opera pittorica: è una tela in lino ricoperta da uno strato fine di un impasto fluido colorato. Un dipinto è sostanzialmente questo, un oggetto che non ha utilità e che in sé non è costoso. Se invece prestiamo attenzione solo a ciò che rappresenta, la mente valuta quell’immagine e le conferisce un significato. In determinate circostanze, assegniamo anche un valore economico. La frase di Maurice Denis spiega bene il concetto – e sicuramente anticipa l’arte astratta.
Approfondiamo l’aspetto materiale di opera e in particolare l’impasto dei colori. La loro composizione, tanto in conformità a un disegno come per combinazione aleatoria, genera l’immagine, il cui significato scaturisce dalla nostra percezione, dal nostro giudizio. Questo processo analitico avviene naturalmente: è un fatto naturale, è la manifestazione dei colori secondo la nostra percezione sensoriale. Altrettanto naturale è la formazione di un pensiero che attribuisce un significato a ciò che stiamo contemplando.
Ma come percepiamo i colori? Questa domanda me ne fa venire in mente altre: ma cosa sono i colori? Sono elementi tangibili o sono un codice inventato da noi? Il colore è una sensazione visiva, è una caratteristica di un oggetto in un ambiente luminoso. A livello pratico abbiamo creato dei sistemi di colori che assegnano un nome ed un codice ad ogni colore.
Ho pensato di scrivere un manuale che descrive le principali caratteristiche dei colori. Con anche l’intenzione di fare chiarezza sulla terminologia che è usata nel campo della produzione d’immagini nel senso più ampio – dalla pittura alla stampa.